In un momento di difficoltà economica, non è sempre possibile riuscire ad estinguere i propri debiti, restituendo le cifre intere pattuite in origine e rispettando le tempistiche di ogni rata
Nelle situazioni più critiche in merito, spesso si rischia di incappare in veri e propri contenziosi. In queste circostanze, è fondamentale essere a conoscenza di tutte le varie e possibili soluzioni, necessarie a stabilire degli accordi pacifici per entrambi i soggetti coinvolti. Una delle soluzioni più plausibili da prendere in considerazione è quella di sottoscrivere un piano di rientro, ridefinendo nuovamente la posizione di insolvenza, atta a favorire una logica stragiudiziale per una possibile iniziativa di recupero crediti.
In questo nostro approfondimento vogliamo illustrarvi i meccanismi principali che stanno alla base di un potenziale piano di rientro.
Piano di rientro
Nei casi in cui la cifra da estinguere risulti troppo alta se comparata alle possibilità di rimborso del debitore – e di conseguenza non sia possibile nemmeno un saldo e stralcio da pagare in un’unica soluzione – il piano di rientro potrebbe delinearsi come un’alternativa efficace e concreta da non sottovalutare.
In buona sostanza, il piano di rientro equivale ad una vera e propria rinegoziazione relativa ad un accordo tra i soggetti in questione – debitore e creditore – i quali andranno a stabilire i termini di un pagamento rateale rispetto all’insolvenza, in subordino a tempi e modi differenti su quanto pattuito all’inizio.
Grazie a questa soluzione alternativa, creditore e debitore sono abilitati a rinegoziare termini e parametri del tutto nuovi concernenti la rateizzazione, con l’obiettivo ultimo di sciogliere l’insolvenza in maniera definitiva.
Quanto esposto finora comporta un doppio vantaggio:
- 1. Assicura al creditore il recupero delle cifre insolute
- 2. Permette al debitore una possibilità di rientro dal debito secondo un’ottica più sostenibile ed in linea con le proprie capacità economiche mensili
Strutturare un piano di rientro
Ma come strutturare un piano di rientro? Per mettere a punto un piano di rientro corretto ed efficiente occorre evidenziare:
- 1. I dati pertinenti le due parti coinvolte (creditore e debitore)
- 2. La data esatta inerente la sottoscrizione dell’accordo
- 3. La causa peculiare che ha generato l’insolvenza
- 4. L’importo da saldare con integrazione eventuale di rate già estinte
- 5. Il numero esatto di rate pattuite con le relative scadenze
- 6. La dichiarazione di rinuncia lato creditore a prendere iniziative di natura esecutiva verso il debitore nell’arco dell’intero periodo del piano
- 7. La firma delle due parti coinvolte nel contratto di rientro
- Nota bene: potrebbero essere integrate anche alcune clausole di salvaguardia, atte a proteggere il debitore per tutto il corso di validità del piano.
Vantaggi
In dipendenza di quanto dettagliato finora, il piano di rientro è da considerarsi quale alternativa ideale per quegli utenti che desiderano saldare la propria insolvenza secondo una logica che risulti lineare e coerente con le proprie possibilità economiche.
Quali sono i vantaggi ulteriori di una tale prospettiva?
1. Opportunità di rinegoziare i termini di pagamento
2. Salvaguardia dei rapporti creditore/debitore
3. Annullamento del rischio in seno a spese aggiuntive e conseguenze di natura legale
Piano di rientro e debitore insolvente: cosa fare?
Per mezzo della sottoscrizione del piano di rientro, il debitore conferma l’esistenza di un insoluto nei confronti del creditore. Di conseguenza, nell’eventualità in cui il debitore non dovesse ottemperare al pagamento delle rate pattuite, il contratto sottoscritto potrebbe essere impugnato dal creditore con l’obiettivo di richiedere al tribunale un decreto ingiuntivo capace di costringere il debitore al saldo immediato delle cifre non estinte.
Da ciò si può ben desumere che il piano di rientro potrebbe essere redatto in accordo tra debitore e creditore anche in completa autonomia, senza cioè l’intermediazione di un legale. Ad ogni modo però è altamente consigliabile – soprattutto nel caso di importi elevati da recuperare – rivolgersi ad un team di esperti in materia, in quanto il fai da te in questi casi potrebbe rivelarsi controproducente ed estremamente azzardato.
Proprio per questo motivo è sempre meglio che la scrittura privata, includente il piano di dilazione dell’insoluto, venga espletata con il supporto di un team di professionisti come i legali di ADifesa.

Un caso studio di successo
Desideriamo presentarvi un nostro caso studio di successo relativo ad un piano di rientro del debito portato a termine egregiamente dai nostri esperti.
Il signor Vittorio si è rivolto al nostro studio legale con l’obiettivo di riuscire ad ottenere una riduzione della rata circa un finanziamento in essere che Vittorio aveva sempre pagato in maniera regolare, ma che negli ultimi tempi si era rivelato troppo gravoso da rispettare a causa di spese extra non previste. Dopo essersi interfacciato con il signor Vittorio, il nostro team di esperti in negoziazione stragiudiziale ha inaugurato una trattativa rivolta alla finanziaria e in coda a pochissimi mesi la posizione di insolvenza del cliente è stata sciolta, riuscendo ad ottenere un piano di rientro coerente con le capacità economiche del signor Vittorio. L’intervento dei nostri esperti ha permesso al signor Vittorio di guadagnare una rimodulazione della propria rata, che è slittata da 500 € a 320 € mensili, di fronte ad un debito residuo di oltre 34.000 €.
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