Il condono fiscale corrisponde ad uno strumento impiegato spesso in Italia per agevolare l’individuazione di certe irregolarità dichiarative
A partire dal cosiddetto condono tombale – attuato nel 2002 – arrivando alla recente pace fiscale, questi provvedimenti creati per offrire la possibilità ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, vanno a differenziarsi gli uni dagli altri in merito alla modalità di sanatoria. Includendo azioni precipue, come la cancellazione di interessi e sanzioni – per mezzo dell’obbligo di versare le imposte dovute in forma integrale – ed il saldo e stralcio di quote di debiti maturati, ciò che accomuna i vari tipi di condono fiscale si rifà al trattamento di favore dedicato a tutti quei soggetti che desiderano aderire a questo tipo di opportunità.
In Italia, il condono fiscale corrisponde ad uno strumento piuttosto utilizzato, in considerazione anche del valore dei crediti “di pancia” dell’Agenzia delle Entrate, la quale ha superato la cifra di 1.200 miliardi, in base agli ultimi dati messi a disposizione.
Ma cos’è esattamente un condono fiscale? Scopriamolo insieme nel dettaglio.
Il condono fiscale
Come già accennato sopra, il condono fiscale permette ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, mediante una serie di regole emanate dal Parlamento.
Non parliamo di un tipo di regolamentazione ordinaria, quanto piuttosto di un provvedimento straordinario, deputato a consentire agli utenti di mettere in regola la propria posizione tributaria. Tramite il condono fiscale, gli utenti che hanno assunto debiti di carattere tributario possono presentare domanda per sanare la propria posizione, versando l’importo dovuto secondo le disposizioni legislative pertinenti.
Facendo riferimento ad esempi trascorsi e concreti, con la rottamazione delle cartelle Equitalia introdotta dal Decreto Legislativo 193/2016, è stato offerto ai contribuenti con ruoli affidati all’Ente di Riscossione dal 2000 al 2016 – previa presentazione di domanda – di versare la somma del debito evitando sanzioni ed interessi di mora.
Successivamente, grazie all’introduzione della pace fiscale, la quale ha modificato parzialmente i criteri sanciti dalla rottamazione, sono andate a stabilirsi due nuove misure:
- 1. lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro;
- 2. il saldo e stralcio, ovvero l’opportunità per i contribuenti con redditi esigui di versare solo una parte del proprio debito totale.
Il decreto Sostegni
Il decreto Sostegni poi, ha introdotto anche un nuovo condono fiscale: lo stralcio delle cartelle fino a 5.000 euro, pertinente il periodo che andava dal 2000 al 2010. Rispetto invece ai titolari di redditi relativi al 2019, lo stralcio delle cartelle poteva essere eseguito fino a 30.000 euro (emergenza pandemia).
In coda alle misure dettagliate sopra, si è giunti alla tregua fiscale prevista dalla Legge di Bilancio 2023, la quale ha inglobato la rottamazione quarter delle cartelle e – oltre al resto – lo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro in relazione al periodo dal 2000 al 2015.

Etimologia e pareri
Con il termine condono fiscale quindi ci si riferisce alla categoria piuttosto ampia dei condoni legislativi, categoria che include anche i condoni edilizi e l’indulto. Al fine di comprendere cos’è esattamente un condono fiscale, è opportuno riferirsi al significato generale legato al termine condono, definito nel diritto come un tipo di provvedimento emanato dal Governo o dal Parlamento tramite decreto. Gli utenti che decidono di aderirvi potranno avvalersi dell’annullamento totale o parziale di un sanzione, o ancora, di una pena.
Restano molti comunque coloro che criticano questo tipo di strumento applicato all’ambito fiscale, poiché la cancellazione di una sanzione nel caso di assenza di ottemperamento degli obblighi tributari appare come una sorta di deterrente in merito al rispetto di obblighi e regolamentazioni applicate.