Salvini mira ad un Saldo e Stralcio ex novo. Il condono fiscale proposto dall’ex premier rispetto alle cartelle fino a 30 mila euro, vuole aiutare i contribuenti liberando i fondi per Stato e Comuni
Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, parte al rilancio, facendosi avanti con una nuova proposta sanatoria, ossia il condono fiscale.
La proposta fa perno su una nuova rottamazione per indurre i debitori del fisco a liquidare una percentuale di quanto dovuto, stralciando così la parte restante del debito. Il programma riguarda solo le cartelle esattoriali fino a 30 mila euro.
Una tale mossa strategica, quindi, poggerebbe proprio sul cercare di assecondare il saldo spontaneo dei modesti evasori, con l’obiettivo ultimo di raggiungere una sorta di compromesso rispetto al fisco.
Condono fiscale: in cosa consisterebbe?
L’idea di base su cui Salvini è tornato ad insistere implicherebbe una pace fiscale limitata a quei debiti fino a 30.000 euro. Quest’ultimi – tramite condono fiscale – potrebbero essere cancellati parzialmente, attraverso il pagamento di una percentuale del debito al fisco (percentuale che potrebbe essere fissata al 10% ma si stanno ancora valutando diverse ipotesi), evitando di integrare sanzioni e/o interessi eventuali. Si tratterebbe quindi di un nuovo Saldo e Stralcio in piena regola.
Non appare del tutto chiaro se le limitazioni antecedenti verranno conservate, oppure se il palco di coloro che avranno la facoltà di richiedere questo tipo di agevolazione verrà esteso ulteriormente.
A prescindere dai casi singoli, Salvini vorrebbe ristrutturare questo meccanismo quale sinonimo di un’azione efficace e funzionale, capace di aiutare quei debitori che hanno dichiarato il proprio debito ma che non si sono poi trovati nelle condizioni di poter pagare le tasse. Questo, inoltre, consentirebbe allo Stato il recupero di quei fondi altrimenti inesigibili.
Ma non è tutto. La sanatoria oggetto d’analisi potrebbe essere estesa solo a chi ha redditi imponibili contenuti entro una soglia specifica. Nel dettaglio, si starebbe ipotizzando un imponibile Irpef compreso tra i 40 e i 50mila euro di media negli ultimi quattro anni. Non si ha però ancora nessuna conferma certa al riguardo e si starebbe discutendo anche rispetto all’ipotesi di considerare un ISEE entro i 20mila euro. Tutto appare quindi ancora in via di definizione, qualora dovesse ricevere approvazione. Se però si godrà di una tale, futura impostazione relativa al condono fiscale, ciò potrebbe contenere realmente il merito di favorire chi ha assistito ad un depauperamento delle proprie entrate a causa della pandemia, evitando – allo stesso tempo – di avvantaggiare quei furbi che invece non versano in un quadro di difficoltà economica.

Il condono di Salvini: quali sono le critiche?
In queste settimane però la proposta di Salvini sta aprendo molte discussioni e dibattiti, e non sembra che tutti siano d’accordo in merito, nemmeno coloro facenti parte della stessa compagine di governo.
La problematica – a detta di molti – starebbe all’origine. La riforma fiscale, che il governo dovrà ultimare entro fine legislatura, dovrebbe avere il compito di semplificare ogni elemento burocratico e di comunicazione tra i cittadini e il fisco; e se si aggiunge la disamina del taglio del cuneo fiscale, dell’estensione della no tax area e della detassazione delle tredicesime, vien da sè che una pressione fiscale più leggera e circonstanziata sui contribuenti ammortizzerebbe anche la casistica di evasione fiscale. La pensano così molti professionisti, tra cui Marcella Caradonna – presidente dell’Ordine dei commercialisti di Milano – la quale ha insistito su “un diverso rapporto fra contribuente e Stato attraverso una semplificazione e una riduzione delle norme“.
Si è detto contrario al condono fiscale proposto da Salvini anche Riccardo Alemanno – presidente dell’Istituto nazionale dei tributaristi – sicuro che con l’ennesima sanatoria si vada a vanificare il lavoro dei professionisti. Dello stesso parere anche Maurizio Leo, viceministro all’Economia e alla Finanza: “Stiamo cercando di cambiare rotta, la flat tax è un’obiettivo di legislatura“.
In altre parole, prima di focalizzarsi sui condoni, si starebbe attendendo l’esito legato alla rottamazione quarter.
Le sanatorie precedenti
Il condono fiscale di Salvini riflette in realtà solo l’epilogo finale di un’era ricca di sanatorie e rottamazioni. Ripercorrendo infatti a ritroso i vari passaggi, ci troviamo di fronte all’introduzione di molteplici provvedimenti relativi alla pace fiscale.
A giungo, è scaduto il termine per aderire alla “rottamazione quarter”, riferibile ad un condono fiscale che garantiva l’opportunità di saldare quei debiti compresi tra gennaio e giugno 2022 con l’Agenzia delle Entrate, evitando di pagare sanzioni e/o interessi.
In sintesi, si è trattato di una definizione agevolata dei vari quadri debitori.
La rottamazione del 2023 rappresenta la quarta rottamazione approvata nell’arco di sette anni, a parte il condono – definito allora “saldo e stralcio” – approvato nel 2018 all’indirizzo delle famiglie con un indicatore ISEE inferiore ai 20mila euro.
La prima rottamazione delle cartelle fa riferimento invece alla legge di Bilancio 2017, sviluppata dal governo Renzi.
Strutturato su binari diversi, lo stralcio integrale delle cartelle fino a 1.000 euro, previsto dall’ultimo decreto mille proroghe per i carichi affidati dal 2010 al 2015.
Provvedimenti simili erano già stati approvati tramite il decreto sostegni del 2021, ma solo per quei carichi affidati alla riscossione fino al 2010 (e relativamente ad importi fino a 5.000 euro).
Alla luce quindi di tutte queste misure precedenti, il condono di Salvini non corrisponde di certo ad una grande novità.
La lotta all’evasione fiscale
In corrispondenza della nuova sanatoria, vanno spese due righe in merito alla questione bollente dell’evasione fiscale.
L’Italia, stando alle stime attuali, sembra essere una nazione ricca di evasori. Come riportato da Repubblica un paio di mesi fa, siamo in presenza di 300.000 contribuenti indebitati con il fisco per una media di oltre 500 mila euro a testa, su un totale di 795 miliardi di tasse che l’Agenzia delle Entrate non è nelle condizioni di poter recuperare.
Questo è quanto emerge dai risultati delle varie dichiarazioni dei redditi presentate, relativamente ad un contribuente su due che dichiara meno di 17.800 euro annuali. Si tratta di numeri davvero paradossali.
Il punto quindi starebbe nel determinare le opportune soluzioni per ridurre le evasioni piuttosto che condonarle. Come dettagliato dagli esperti, bisogna mettere in pratica attività ordinarie, utilizzando anche algoritmi d’intelligenza artificiale. Agire grazie a sistemi di controllo automatici, facendo appello a tutte le nuove tecnologie disponibili.
Più volte, si è anche considerata l’ipotesi del prelievo coatto dai conti corrente degli evasori, per avere la sicurezza di riportare nelle casse dello Stato le somme dovute.
Insomma, Matteo Salvini mira a riportare entro l’erario almeno una parte dei debiti contratti dai contribuenti, per mezzo dell’ennesima sanatoria. Il condono fiscale proposto cerca anche di aiutare coloro che versano in una situazione di difficoltà economica tale da non riuscire a pagare le cartelle esattoriali pervenute. Per tali ragioni, verrà probabilmente stabilito un tetto reddituale per poter usufruire della pace fiscale.
Ad ogni modo, rimane il problema dell’evasione fiscale, che sembra essere anche lievitato negli ultimi anni. E per poterlo fronteggiare concretamente occorrerà di certo adottare misure anche fondate sull’intelligenza artificiale.