Saldo e stralcio
Il pagamento a saldo e stralcio è di norma eseguito in un’unica soluzione ma nulla osta a che le parti si accordino per un pagamento a saldo e stralcio che sia dilazionato nel tempo.
L’entità dello stralcio è molto variabile. Non è infrequente tuttavia arrivare a stralciare addirittura del 50% i chirografi e di una notevole percentuale anche i crediti assisiti da ipoteca. Le ragioni da cui dipende il risultato sono molteplici e sono legate all’andamento del mercato immobiliare e allo stato del rapporto sottostante. Il debitore, in species, può transare anche una riduzione del debito consistente (come ad esempio un abbattimento del 30 o 40%) mentre il creditore, ex adverso, riesce a recuperare celermente una parte del suo credito. Questi infatti potrebbe preferire che la somma di cui è creditore gli venga corrisposta subito e potrebbe ritenere smisuratamente oneroso (e rischioso) procedere giudizialmente per il recupero forzoso del credito.
Con il saldo e stralcio gli effetti variano a seconda del contenuto del contratto che si va a stipulare. Di norma, debitore e creditore si impegnano, al momento della chiusura del rapporto definendo le condizioni di transazione, a non pretendere le une dalle altre alcunché in relazione a quello specifico rapporto. Il debitore si impegna a pagare la somma concordata (il cui importo è ovviamente inferiore rispetto alla cifra originariamente pattuita) e il creditore libera il debitore dalla sua obbligazione. Un accordo a saldo e stralcio è potenzialmente idoneo a chiudere anche un processo esecutivo se, prima della vendita, debitore e creditore riescano ad accordarsi per transigere ad un prezzo inferiore il rientro del debito. In tal caso la soluzione per il debitore è estremamente vantaggiosa.
No. Il saldo e stralcio è un evento che dipende esclusivamente dalla volontà delle parti. È comunque opportuno l’intervento di un professionista poiché il pagamento di un credito se effettuato in spregio alla normativa che regola i privilegi potrebbe costituire reato. È quindi necessario valutare con attenzione il contesto. Se non si riscontreranno criticità lo stralcio stragiudiziale sarà preferibile. Qualora invece emergano sintomi di insolvenza o di sovraindebitamento è opportuno affrontare il singolo debito nel più ampio contesto patrimoniale ed economico che connota la situazione del debitore.
Allorché il privato o l’impresa si trovi nell’impossibilità di pagare nel lungo periodo il proprio debito e non abbia la disponibilità di entrate certe ed immediate, la banca o la società finanziaria preferisce avere subito il rientro di una parte del debito, anziché intraprendere una più lunga e incerta procedura giudiziale di recupero del credito, con il rischio di non riavere indietro né l’intero capitale concesso a titolo di finanziamento né le spese e gli interessi. Ogni situazione è comunque diversa e non è possibile stabilire una regola in quanto in questo genere di transazioni molto dipende anche dall’aggredibilità del debitore.
Una volta raggiunto e definito l’accordo stragiudiziale a saldo e stralcio del debito, è sempre opportuno verificare che la banca o la società finanziaria abbia provveduto alla rinuncia di possibili procedure giudiziali di recupero del credito e alla cancellazione dell’eventuale segnalazione presso le banche dati che contengono informazioni sul finanziamento.
La chiusura a saldo e stralcio dei debiti è una procedura molto complessa; sono indispensabili esperienza e “potere di negoziazione”, bisogna conoscere le disposizioni di legge in materia e le giuste strategie da seguire. Noi sosteniamo che non si tratta di matematica ma di strategia.
Sovraindebitamento
La legge sul sovraindebitamento (Legge n. 3 del 27 gennaio 2012) permette a chi è in gravi difficoltà economiche di liberarsi dai debiti, riducendone l’ammontare, e dilazionando i pagamenti, attraverso una procedura presso il tribunale chiamata esdebitazione.
I soggetti che possono accedere alla procedura sono: imprenditori non fallibili – piccole imprese, aziende agricole -, privati e/o consumatori e/o professionisti.
La legge 3/2012 prevede tre distinte procedure (il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione dei debiti e la liquidazione del patrimonio) che permettono ai soggetti che non rientrano nelle categorie di coloro che possono essere sottoposti a procedure esecutive concorsuali.
Le condizione per accedere alla Legge 3 2012 consiste nell’avere un debito che non provenga da un’attività professionale o imprenditoriale. Il cittadino deve inoltre essere “meritevole”, ovvero che non abbia mai utilizzato un credito sproporzionato rispetto al suo patrimonio.
La Legge sul sovraindebitamento prevede, di regola, una durata dei piani o accordi entro i termini di cinque-sette anni dall’omologa, ovvero dal riconoscimento ufficiale da parte dell’autorità competente.